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OGM: cosa mangiamo in Italia

ogm-si-noUn OGM, ovvero un organismo geneticamente modificato, non è altro che un essere vivente (pianta o animale) il cui corredo genetico è stato ottenuto artificialmente in laboratorio. L’ingegneria genetica ha compiuto dei passi da gigante negli ultimi anni e la sua sempre maggiore applicazione, tanto in agricoltura, quanto nell’alimentazione, nella medicina e nell’industria a reso necessaria una sua regolamentazione normativa.

Perché si ricorre agli OGM

Il motivo principale per cui si ricorre ad Organismi Geneticamente Modificati (definizione tra l’altro molto generica) risiede nella possibilità di ottenere, in laboratorio, caratteristiche specifiche sugli organismi che si va a modificare. Così per esempio in agricoltura è possibile ottenere piante resistenti a specifici insetti o virus, in campo alimentare invece, è possibile ottenere cibi con particolari proprietà nutrienti ed organolettiche.

Gli OGM in Europa

La disciplina europea in materia di organismi geneticamente modificati è particolarmente rigorosa. Essa prevede per le aziende che intendono utilizzare prodotti OGM, l’obbligo di richiedere l’autorizzazione ad una apposita commissione, la quale sulla base delle informazioni fornite, valuterà l’impatto ed i rischi sull’uomo e sull’ambiente. Inoltre è espressamente previsto l’obbligo di tracciabilità e soprattutto etichettatura dei prodotti OGM.

Gli OGM in Italia

L’Italia, oltre chiaramente a recepire le direttive comunitarie in materia, ha recentemente emanato un decreto, a firma dei ministri dell’ambiente, della salute e delle politiche agricole, che di fatto vieta la coltivazione del mais Mon810, ovvero del mais geneticamente modificato. Un decreto accolto favorevolmente dalla Coldiretti e dalla Confederazione degli agricoltori italiani, a fronte invece, di un parere estremamente negativo espresso dalla Confagricoltura.

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