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Carne di pollo e inquinamento degli allevamenti

inquinamento allevamenti pollameSebbene molto spesso si senta parlare dell’inquinamento derivante dalla produzione di carne bovina, è giusto precisare che produrre carne di pollo è altrettanto inquinante (o, secondo alcuni, lo è anche di più).

Ecco tutto ciò che dovete sapere a proposito dell’inquinamento provocato dalla produzione di questo tipo di carne.

Negli allevamenti intensivi

Al giorno d’oggi, anche per quanto riguarda i polli, sono sempre più rari gli allevamenti estensivi e sempre più diffusi quelli intensivi, vale a dire allevamenti che impiegano tecniche industriali e scientifiche per ottenere la massima quantità di prodotto al minimo costo e utilizzando il minimo spazio.

Questi allevamenti, in cui migliaia di animali vivono ammassati in luoghi chiusi e in condizioni decisamente poco salubri, generano inquinamento di vario tipo, che danneggia sia gli animali stessi, sia l’ambiente naturale, sia l’uomo.

Inquinamento derivante dai mangimi

Una prima fonte di inquinamento è costituita, per quanto possa sembrare strano, dall’alimentazione dei polli, i quali, negli allevamenti intensivi, vengono alimentati principalmente con mangimi a base di mais e di altri cereali.

Il problema inquinamento deriva dal fatto che questi mangimi sono prodotti, in genere, con cereali provenienti da colture trattate con elevate quantità di fertilizzanti, ricchi di azoto e fosforo (che servono a stimolarne la crescita), e di pesticidi, sostanze che, in gran parte, finiscono per diffondersi nei terreni e nelle falde acquifere, contaminandoli.

Essendo moltissimi i polli presenti negli allevamenti, occorre coltivare grandi quantità di questi cereali e, di conseguenza, è molto l’inquinamento ambientale causato.

Inquinamento derivante dalle feci

Strettamente collegato all’inquinamento di cui abbiamo parlato poco sopra, è quello generato dalle feci dei polli.

Essi producono ogni giorni elevate quantità di rifiuti, che, a differenza delle deiezioni dei polli che vivono in allevamenti estensivi, non si prestano ad essere impiegati come concime e a reintegrare il suolo di sostanze nutritive.

La prima ragione è che si tratta di feci povere di sostanze organiche e ricche di azoto, fosforo e, in misura minore, potassio (il che è dovuto al tipo di alimentazione).

Questi rifiuti, inoltre, contengono inevitabilmente residui dei farmaci che vengono somministrati ai polli. Poiché l’altissima concentrazione di animali in spazi relativamente ristretti è causa del periodico insorgere di malattie, infatti, ai polli degli allevamenti intensivi vengono spesso somministrati antibiotici, ai quali si aggiungono anche farmaci volti a stimolare la crescita degli animali.

Dal momento che accade raramente che vengano gestite ed eliminate correttamente dagli allevatori, le deiezioni di questi polli, in genere smaltite per spandimento sul terreno, finiscono per inquinare suolo, vegetali, acque e, di conseguenza, per contaminare alimenti di cui si ciba l’uomo, come frutta, verdura e pesce.

Negli allevamenti intensivi ed estensivi

Produzione di gas serra

Un ulteriore dato circa l’inquinamento derivante dalla produzione di carne di pollo riguarda i cosiddetti gas serra, ovvero quei gas responsabili dell’innalzamento delle temperature medie sulla Terra (fenomeno noto come riscaldamento globale).

Secondo la FAO (Food and Agricolture Organization) le emissioni di gas serra (come anidride carbonica, ammoniaca, metano, diossido di azoto…) procurate dal settore zootecnico sono da attribuirsi in primo luogo agli allevamenti estensivi e solo secondariamente a quelli intensivi.

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