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Cos’è la Sindrome di Nimby?

sindrome di nimbyLa sindrome di Nimby è un atteggiamento da parte delle popolazioni locali, che impedisce l’inserimento di un impianto in una zona specifica. Ecco quando la sindrome di Nimby aiuta l’ambiente e quando sarebbe meglio rivedere la propria opinione.

Quando si parla di sindrome

La sindrome di Nimby si è sviluppata all’estero, ma ora si è diffusa anche in Italia. La sigla NIMBY sta per “Not In My Back Yard”, nei fatti “Non vicino casa mia” ed è la base delle proteste.

Le popolazioni che hanno questo atteggiamento sono assolutamente contrarie all’installazione di qualsiasi impianto vicino al loro territorio, nel terrore che l’impianto possa, in qualche modo, avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla vocazione turistica.

In alcuni contesti, la sindrome di Nimby ha portato a notevoli vantaggi per il territorio: le popolazioni hanno detto così “No” a impianti nucleari e inceneritori, accanto alle discariche a cielo aperto. Questo atteggiamento di chiusura, però, non è sempre positivo. Ecco perché.

Quando cambiare idea

La sindrome di Nimby diventa un problema quando le popolazioni sono contrarie all’installazione di un impianto a energia pulita a fini “paesaggistici”. Significa che un paese potrebbe essere contro l’installazione di un impianto fotovoltaico, che porti energia pulita e rinnovabile per tutta la comunità, perché, per installare l’impianto, si dovrebbe fare a meno di un prato fiorito, ma inutilizzato.

Le motivazioni sarebbero di tipo “estetico”, perché gli impianti, soprattutto in serie, non sarebbero un bello spettacolo naturale, rispetto al prato fiorito. In più, la sindrome di Nimby porta a pensare che il miglior modo per preservare la Natura sia lasciare le cose come stanno, anche se questo significa importare energia non rinnovabile con il trasporto su gomma.

La soluzione è creare il giusto equilibrio: l’impianto fotovoltaico dovrà essere meno “pesante” dal punto di vista paesaggistico e il prato fiorito dovrà comunque avere una destinazione d’uso e non essere lasciato in preda alle erbacce.

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