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Il Carbone sporco importato da Enel

greenpeace enelL’accusa di GreenPeace è di quelle gravissime: Enel importerebbe infatti carbone dalla Cambogia appoggiandosi a due aziende straniere che hanno un lunghissimo curriculum di violazione dei diritti umani. 

È questo quello che emerge da un report della celebre associazione ambientalista, che per l’occasione è andata a spulciare nei rapporti che l’azienda nazionale ha con i paesi di quello che era considerato una volta terzo mondo, e che oggi, grazie soprattutto alle sfruttamento sconsiderato delle risorse ambientali, stanno riuscendo a rimettere in sesto le loro economie, con costi però altissimi che ricadranno tutti sulle generazioni future.

Se la situazione della Cambogia potrebbe però non interessarci, diversa è la questione per Enel, azienda italianissima che porta l’energia in quasi tutte le case della penisola, che dovrebbe, senza scusante alcuna, selezionare con cura le aziende con le quali collabora.

Sotto accusa gli americani della Drummond

Tra i rapporti commerciali che meno soddisfano GreenPeace c’è quello con l’azienda statunitense Drummond, che collabora con tantissime multinazionali presenti sul territorio cambogiano come intermediatrice di carbone. L’azienda ha un lunghissimo curriculum di violazione dei diritti umani per quanto riguarda il personale occupato in loco, e sembra farsi, stando alle carte, davvero pochi scrupoli sulla provenienza del carbone.

Carbone che viene estratto dalle miniere, a causa della necessità di mantenere i costi bassi, con procedure antiquate e che mettono a repentaglio la vita stessa dei minatori, con la possibilità che si verifichino incidenti dovuti alla scarsa presenza di misure di sicurezza.

La giungla del carbone asiatico

Quello del carbone asiatico è un settore che soffra l’assenza di normative chiare a tutela dell’ambiente e dei lavoratori. Anche in paesi tendenzialmente più sviluppati della Cambogia, come la Turchia, gli incidenti sono all’ordine del giorno, e sono passate solo poche settimane dall’enorme tragedia di Soma, dove hanno perso la vita più di 300 minatori.

 

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