Gli ultrà del libero mercato sono contrari ad ogni tipo di intervento statale nell’economia, incluso quello a vantaggio di chi, responsabilmente, decide di passare all’energia solare. Si sbagliano, e il perché sarà chiaro alla fine della lettura di questo articolo.
Un vantaggio per tutti, non solo per l’installatore
Una scelta responsabile: il primo si!
Prima di cominciare a snocciolare numeri, è bene partire da quanto sia moralmente giusto, per il singolo e la collettività, passare al solare. Viviamo in uno splendido paese, irraggiato dal sole quasi 365 giorni l’anno. Fa caldo, è vero, ma il vero dono che il sole fa al Bel Paese ce lo stiamo facendo scappare dalle mani.
Mentre infatti paesi ben più a nord di noi (e molto meno baciati dal sole) ne approfittano, noi stiamo a guardarci con le mani in mano, continuando ad importare combustibili fossili da dittature mediorientali, inquinando il nostro pianeta ben aldilà delle sue capacità di auto-rigenerarsi.
Chi pagherà il conto? Non noi, ma i nostri figli e i figli dei nostri figli, ai quali consegneremo un pianeta distrutto dall’avidità e dai conti, sul quale la croce definitiva non sarà disegnata da chi vende e consuma petrolio, ma da chi, per pigrizia, non ha nemmeno speso cinque minuti della sua vita a pensare alle fonti di energia alternative.
Ma quale alternativa: questa è la vera energia
Il sole non è un’energia alternativa. Il sole è l’Energia con la E maiuscola. Piante e animali (noi inclusi) lo usano per riscaldarsi, e i nostri progressi tecnologici ci stanno portando, lentamente, al punto nel quale sarà completamente possibile fare a meno degli idrocarburi e riscaldarsi con qualcosa che costa poco, è ecologico e non lascia conti da pagare alle future generazioni.
Il debito pubblico è già insostenibile, far sobbarcare a chi verrà dopo di noi anche il debito ecologico non è possibile.
Le esternalità positive e le esternalità negative
Chi non guarda più in là del proprio naso si dimentica delle esternalità pigouviane. Calma, non siamo tornati all’università, e nemmeno al liceo.
Pigou si rese conto che in ogni negoziazione, in ogni libero scambio, non c’era soltanto un dare e un avere tra i soggetti coinvolti, ma che invece molte operazioni andavano a danneggiare, consumare, distruggere beni della collettività senza che questo danno fosse attualmente prezzabile.
Si parla di esternalità positive quando un negozio tra due o più soggetti causa miglioramenti anche nelle vite degli altri: facciamo un esempio.
Paghiamo qualcuno per rimuovere una carcassa di animale dal nostro giardino. Si ridurranno le possibilità di infezione e sparirà il tanfo nauseabondo della carcassa in decomposizione. Ci abbiamo guadagnato noi, ma anche i nostri vicini, che hanno ottenuto un’aria più salubre e priva di cattivi odori.
Si parla invece di esternalità negative quando una compravendita tra due o più soggetti causa danni ai soggetti non coinvolti. Facciamo un caso di scuola: decido di comprare carbone, che brucerò in una stufa per riscaldarmi.
I fumi però si riverseranno nell’aria che tutti respiriamo, causando (in misura maggiore) danni ai nostri vicini e (sul lungo periodo) danni alla collettività.
Le esternalità positive del solare
Il solare ha esternalità positive che lo stato dovrebbe avere interesse a finanziare:
– Minor dipendenza da paesi esportatori di petrolio e affini: questo vuol dire non dover chiudere entrambi gli occhi sui massacri dei paesi del medioriente, sapendo che non potranno più ricattarci con i barili di petrolio con i quali riscaldiamo le nostre case, facciamo funzionare i nostri veicoli e i nostri elettrodomestici.
– Minor impatto sulla natura: il solare ha un impatto molto minore rispetto alla combustione di idrocarburi. Questo vuol dire che vivremo in un ambiente più salubre, privo di inquinamento (o quasi) e che consegneremo alle future generazioni un pianeta vivibile.
– Non dipendere più dalla rete: è il caso ad esempio della Turchia. Su tutta la costa meridionale si è potuto evitare di installare la rete gas, in quanto ogni abitazione ha il suo bravo pannello solare termico che provvede per l’acqua calda. Sembrerà poco, ma i costi di manutenzione e costruzione delle reti gas sono elevatissimi, e spesso deturpano irreversibilmente un territorio.
Il problema dell’early adopter
La tecnologia solare è ancora agli albori. Anno dopo anno i pannelli diventano più efficienti e a minor impatto. Questo grazie al fatto che l’industria è in grado di finanziarsi con i soldi di chi, spesso senza preoccuparsi troppo dell’effettivo risparmio, procede all’installazione dei pannelli solari.
Si chiamano early adopters, o utilizzatori precoci, quelli che sposano una tecnologia anche se è ancora ad un livello non ottimale. Vanno aiutati? Certo. Se tra qualche anno il solare sarà molto più conveniente degli idrocarburi lo dovremo principalmente a loro.
Perché SI!
Di buone ragioni per dire di si alle sovvenzioni del solare ve ne abbiamo date, crediamo, abbastanza. Se non siete d’accordo o avete qualcosa da aggiungere, contattateci attraverso i commenti. Siamo pronti ad avere una discussione costruttiva su quello che vi abbiamo appena esposto.