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I pannelli fotovoltaici riescono a produrre energia pulita dai raggi solari per almeno dieci anni, con una regolare manutenzione. Il problema dello smaltimento, però, resta superato questo termine. Quanto costa smaltire i pannelli e come si fa?
Quanto costa
L’operazione non ha costi altissimi. In media, per un impianto da 3 kW a uso domestico, si spendono 70 Euro, ma tutto dipende dalle condizioni dell’impianto e a chi ci rivolgiamo. Prima di tutto, è bene conservare l’indirizzo della ditta che ha messo in piedi la struttura: potrai contattare sempre la stessa azienda anche per la manutenzione e per rimuovere i pannelli solari.
Lo smaltimento dei pannelli costa molto meno (quasi l’80%) se decidi di far recuperare i materiali utilizzati per i pannelli solari che ormai non servono più. Il silicio e il vetro si possono recuperare velocemente e le ditte di smaltimento pagano per ottenere questi materiali: questo significa un risparmio netto sui costi di smaltimento.
Sono nate delle associazioni in tal senso per recuperare i materiali in metallo: il compito di queste associazioni è di fondere i metalli usati per i pannelli solari per salvaguardare l’ambiente. Un esempio di associazione di questo tipo è la belga PvCycle.
La prima operazione che si fa è rimuovere i pannelli a uno a uno, con molta delicatezza. Successivamente, si passerà alla rimozione dell’impianto, nelle sue parti collegate all’impianto elettrico di casa. A questo punto, si passa alla divisione dei vari materiali che compongono i pannelli fotovoltaici. Si otterranno così:
- La cornice di rivestimento;
- Il vetro;
- Il silicio;
- La scatola di giunzione, che collegava il pannello all’impianto.
Compito della ditta sarà consegnare i singoli elementi alle aziende incaricate al recupero di questi materiali, così come si fa comunemente per la raccolta differenziata. In questo modo, i pannelli fotovoltaici non diventeranno un danno per l’ambiente, dopo aver prodotto energia pulita per tanto tempo.
