La raffinazione del petrolio ha gravi conseguenze sull’ambiente e sulle persone. Ecco quali sono.
Quanto inquina
La raffinazione del petrolio inquina moltissimo e su tre livelli:
- Nel mare. Il petrolio arriva via nave petroliera alle centrali di raffinazione. Oltre al fatto che queste imbarcazioni si possono rompere (come può accadere per qualsiasi veicolo) immettendo direttamente il petrolio in mare con conseguenti disastri, per alimentarsi, la piattaforma utilizza fonti non rinnovabili, che inquinano notevolmente l’aria già nel trasporto.
- Via terra. Se il trasporto delle materie prime arriva su gomma, è normale che aumenti l’inquinamento, a causa dei mezzi pesanti in transito sulle strade di collegamento. L’inquinamento via terra è dato anche dalla distribuzione dei prodotti finiti (benzina, gasolio, ecc.) nei punti dove poi il cliente finale li andrà ad acquistare.
- Nell’aria. Al termine della raffinazione vera e propria, non si hanno solo i prodotti finiti, ma anche polveri sottili e fumi, che vengono bruciati per evitarne la dispersione. In ogni caso, anche se bruciate, le polveri sottili sono un serio problema per la salute di chi abita nei dintorni, perché restano sospese in aria, nonostante tutte le precauzioni da parte dei produttori.
A cosa serve
La raffinazione serve a trasformare il petrolio greggio che arriva dai Paesi di importazione in prodotti finiti, che si possono usare per gli usi comuni. Per esempio, per arrivare alla benzina, il petrolio viene frazionato e passa per diversi procedimenti. La raffineria ottiene così le polveri sottili, la benzina, il cherosene, il gasolio, ecc.
Compito della raffineria è poi vendere questi prodotti ai centri di distribuzione (come i benzinai), avendo cura di seguire anche le fasi di trasporto a livello di sicurezza. Inutile dire che l’inquinamento si può evitare solo con nuove tecnologie, che consentano di utilizzare l’energia pulita per gli stessi usi per cui ora si sfrutta la benzina.