Quella delle balene è una situazione tra le più problematiche al mondo. Cacciate dai pescatori giapponesi che poi le riversano sulle piazze di Tokyo, questi animali soffrono da decenni un terribile attacco da parte del più violento degli animali, l’uomo.
Sono tante le associazioni che hanno provato ad occuparsi della salvaguardia di questo animale, ma in poche erano riuscite ad ottenere prima i risultati ottenuti quest’anno da Sea Sheperd, una organizzazione che include nel suo armamentario anche azioni dimostrative e di contrasto fisico ai pescherecci giapponesi.
Sono state salvate 750 balene, secondo i dati raccolti da Sea Sheperd in soli 94 giorni di attività, salvataggi che avrebbero ridotto addirittura del 75% l’attività dei bracconieri che trafficano in balene.
Un risultato straordinario
Un risultato assolutamente straordinario, dopo che l’associazionismo era riuscito in realtà a fare ben poco contro questo orrendo mercimonio. La Sea Sheperd è rientrata in Nuova Zelanda, base dalla quale si riorganizzerà per la prossima campagna, annunciata per la prossima stagione di caccia.
Risultati che per il momento il Giappone non ha ancora commentato, ma che potrebbero aprire l’ennesima questione diplomatica che ha per oggetto proprio le balene e la loro salvaguardia.
Animali a rischio estinzione
Le balene sono a rischio estinzione da ormai più di 50 anni, motivo che però non ha spinto il Giappone a prendere seri provvedimenti contro la caccia legale e illegale che avviene entro le sue acque territoriali. Una situazione delle più problematiche, dato che al contrario di quanto sta avvenendo in Africa, non c’è alcun interesse da parte del governo che controlla l’habitat degli animali a rischio, a interromperne la caccia.
Vedremo cosa succederà, per il momento non possiamo che congratularci con il risultato della Sea Sheperd, che in soli 3 mesi è riuscita a salvare la vita di 750 balene, che continueranno a vivere tranquille (chissà per quanto) nel mare del Giappone.