Tonno in scatola, è sicuro da mangiare?

Il tonno in scatola è una delle basi dell’alimentazione moderna. Facile da reperire, economico e anche gustoso. Ma è anche sano? I pericoli, come per tutti i prodotti del mare, è sempre dietro l’angolo, e non sono mancati appelli per la riduzione del consumo. Il problema principale? Il mercurio.

Chi semina vento..

Abbiamo inquinato i nostri mari con ogni tipo di veleno, incluso il mercurio. Si tratta di un metallo che costituisce un problema serio sia per i pesci che per noi umani, che di pesce spesso ci cibiamo. Il mercurio non viene espulso tramite urine o escrementi, e va a depositarsi quasi uniformemente nella carne dei pesci, tonni inclusi.

Il mercurio è nocivo per l’uomo, e anche minime dosi sono più che sufficienti per l’avvelenamento. Possiamo mangiare il tonno in tranquillità?

Dipende

Il tonno in scatola, così come la sua variante fresca, è a rischio. La varietà pinne gialle, che è una di quelle più comuni sui nostri mercati, è particolarmente ricca di mercurio, in quanto proviene da mari inquinati dalle centrali a carbone e da altre industrie inquinanti.

Diverso è il discorso per il tonno bianco, che venendo da zone di mare più aperto e meno inquinate, include circa la metà del mercurio che si trova nell’altra qualità.

Possiamo consumarne non più di 4 porzioni al mese se siamo adulti, e la metà se invece si tratta di bambini.

E allora? Che fare? Smettere di mangiare il tonno?

No, smettere non è necessario. Possiamo però fare qualcosa per minimizzare il rischio: consumiamo tonno locale, che almeno in alcune zone d’Italia è meno ricco di mercurio. Quelli in scatola, che spesso provengono dall’Africa Occidentale, sono un ricettacolo di veleni, e andrebbero accantonati fino a data da destinarsi.